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Salute dei figli, chi se ne occupa in famiglia?

da nostrofiglio.it

Quando ci si trova ad affrontare la malattia di un bambino, la cura e l’amore che ci vogliono sono immensi. Spesso le mamme si trovano in prima linea nell’assistenza quotidiana, ma ogni genitore ha un ruolo prezioso da svolgere e, sempre più, si sta cercando di condividere equamente le cure. In alcuni casi, sia le mamme che i papà si dedicano insieme alla cura del piccolo malato, per garantire il suo benessere. In fondo, ciò che conta di più è il benessere del bambino e, in queste situazioni, l’importante è trovare un modo collaborativo per assicurargli tutto l’amore e le cure di cui ha bisogno.

Recentemente, l’Osservatorio Sanità di UniSalute, insieme a Nomisma, ha condotto un’indagine su come le famiglie italiane si prendano cura della salute dei loro figli.

I risultati mettono in evidenza che, in Italia, la responsabilità principale per la cura dei figli malati rimane ancora principalmente nelle mani delle mamme. Il 91% delle mamme intervistate da UniSalute si occupa attivamente della salute dei loro piccoli, sia da sole che insieme al partner, organizzando visite e controlli

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10 cose da dire che rendono felice un bambino

da bambinopoli.it

La tendenza è quella di dire al bambino quello che non deve fare. Spesso il suo operato viene messo in discussioni con frasi fortemente negative che minano l’autostima del piccolo. Con i figli si tende a essere più critici che costruttivi. Cosa dire, invece, a un bimbo per renderlo più felice?

Mamma e papà, spesso a fin di bene, hanno la tendenza a pronunciare coi loro figli più frasi di rimprovoro o esortazione, spesso volte in negativo per mettere in luce quello che il bambino non fa o non ha fatto, che frasi di incoraggiamento, amore, affetto.
In un certo senso, il bene viene dato per scontato. Le regole, invece, vanno costantemente ribadite.
Sebbene, come sosteniamo da sempre, le regole siano importanti e necessarie, rafforzare l’autostima del bimbo con le parole giuste, lo è altrettanto.

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Acquaticita’ neonatale

da bambinopoli.it

Si chiama, infatti, nuoto neonatale l’attività acquatica rivolta a neonati e bebè. Lo scopo, chiaramente, non è quello di insegnare ai piccoli i segreti degli stili e le tecniche di nuoto più raffinate, ma prolungare nel bambino il piacere dello stare ancora nell’acqua, muovendosi in un ambiente che gli è familiare e progredendo man mano verso la completa autonomia dei movimenti.
Si lavora, quindi, sulla motricità e non sulla tecnica di movimento per educare il piacere del corpo attraverso la scoperta di sé: non si tratta, perciò, di un precoce avviamento al nuoto, ma di un’esperienza piacevole attraverso la quale migliorare lo sviluppo psico-motorio del neonato sfruttando l’ambiente acqua come fonte di stimolo per la crescita.

Durante questi corsi, dunque, ai bambini vengono proposti attività ludiche di cui l’acqua è l’elemento caratterizzante per creare un forte punto di contatto tra i bebè e i loro genitori, in modo tale da arricchire in questo modo il loro bagaglio emotivo e percettivo. Le piscina preposte allo svolgimento di nuoto baby sono, infatti, spesso caratterizzate da un’atmosfera allegra e vivace, le vasche sono colorate e piene di giocattoli che stimolano la fantasia del bambino, mentre gli spogliatoi devono in qualche modo richiamare alla mente un mondo incantato e sospeso nel quale immergersi.

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