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da la gazzettadelsud.it
In Italia è scattata l’allerta per una epidemia virale che colpisce le vie respiratorie di bimbi in tenera età (nei pazienti più grandi e negli adulti, in genere, non provoca gravi conseguenze da l punto di vista clinico). Nell’ultima settimana si sono registrati numerosi accessi nei reparti pediatrici e nelle terapie intensive neonatali con teneri pazienti affetti da bronchioliti e polmoniti causati dal virus respiratorio sinciziale. L’Adnkronos Salute riporta un bollettino ancora sommario col 16 bimbi ricoverati a Padova, di cui 4 intubati in rianimazione, mentre al Policlinico Umberto I di Roma sono 10 i piccoli pazienti finiti nelle corsie e due, con un mese di vita, sono in terapia intensiva. Inoltre, «nella prima decade di novembre, inizieremo la profilassi con anticorpi monoclonali Sinagis per tutti i neonati a rischio con patologie croniche e quelli nati prematuri prima della 35ma settimana di gestazione».
Il virus respiratorio sinciziale che sta colpendo i bambini neonati «non è un virus nuovo. Purtroppo è qualcosa che i medici, e anche i genitori a dire il vero, conoscono da moltissimo tempo. E’ uno dei rischi che chi ha dei figli piccoli conosce da sempre. Quello che accade è che oggi pare vi sia una circolazione maggiore e in anticipo di questo virus, con un impegno delle nostre strutture sanitarie e quindi dei reparti e delle terapie intensive di pediatria. Questo è, ovviamente, un ulteriore aggravio di lavoro in ospedali che, come ben sappiamo, sono già sotto pressione a causa del Covid». Così a Timeline, su Sky TG24, il sottosegretario alla Salute Pierpaolo Sileri ha commentato l’epidemia dei casi di virus respiratorio sinciziale nel nostro Paese.
«Massima allerta – ha proseguito – massimo aiuto ai nostri colleghi pediatri e a queste strutture, ma soprattutto la consapevolezza di un virus che magari era poco noto ai più negli anni passati e sul quale adesso viene posta particolare attenzione».
«Purtroppo – ha aggiunto – non esiste un vaccino contro questo virus, e sono possibili delle infezioni perché l’immunità, una volta che lo si è preso, non è duratura, non è perenne. Oggi» il virus respiratorio sinciziale «circola un po’ di più, come anche l’influenza, rispetto allo scorso anno perché allora le precauzioni che avevamo, con l’utilizzo delle mascherine e il lavaggio delle mani, e le chiusure che vi sono state, come quelle delle scuole e dei nidi, ne hanno determinato la modestissima diffusione».
L’allarme dei giorni scorsi di Fedez
«Epidemia virus respiratorio in neonati: ospedali italiani pieni. Se avete bimbi piccoli fate attenzione mi raccomando». E’ questo il post di Fedez su Instagram che riferisce sullo stato delle piccola Vittoria di appena 6 mesi da alcuni giorni in ospedale. «Questo virus Rsv (Respiratory syncytial virus) non va preso alla leggera» scrive sui social. Chiara Ferragni aveva già rassicurato i follower, ringraziando per i messaggi positivi dei fan. Dopo la paura per la piccola che si sta riprendendo, Fedez mette così in guardia i genitori da questa malattia che colpisce i più piccoli e si può rivelare particolarmente rischiosa, come di recente segnalato anche dai pediatri, perché causa bronchioliti e polmoniti. “Tutti gli anni in autunno arriva il Virus Respiratorio Sinciziale (RSV) che riempie i reparti di pediatria e costituisce un pericolo non indifferente per i bambini più deboli. Purtroppo contro il virus (scoperto negli anni 50) non abbiamo ancora un vaccini efficace», scrive il virologo e immunologo Roberto Burioni su Twitter, commentando la notizia dell’appello di Fedez sui social a fare attenzione. Appena un paio di settimane fa una delle più importanti riviste scientifiche al mondo, Nature, pubblicava uno studio dove si spiegava che le misure di risposta al Sars-Cov-2, unite ai vaccini, sembrano aver soppresso il morbillo, polmoniti e meningiti e il virus influenzale. Ma torneranno con un ribalzo nei prossimi mesi, facilitate dal freddo, e fra queste malattie c’è il virus sinciziale che è responsabile di circa il 5% dei decessi nei bambini sotto i 5 anni. L’infezione ha visto i minimi storici durante la pandemia in tutti i paesi, ma poi i casi hanno iniziato a risalire ad aprile 2021. E picchi fuori stagione sono stati osservati in Usa, Giappone, Australia e Paesi Bassi.