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Bambini che mordono: cause, significati e strategie per affrontare i morsi

da sospediatra.org

Quando ci si trova ad affrontare il problema dei bambini che mordono, è naturale provare una combinazione di preoccupazione, confusione o imbarazzo, e si finisce per sentirsi frustrati se il proprio figlio diventa aggressivo con altri bambini, con i fratelli o con mamma e papà.

Nei bambini piccoli, in realtà, i morsi sono un comportamento piuttosto comune, soprattutto tra i 12 mesi e i 3 anni, ma possono essere difficili da gestire

Capire perché i bambini mordono è il primo passo da compiere per gestire la situazione con serenità ed in modo efficace, evitando reazioni impulsive e promuovendo uno sviluppo emotivo sano.

Bambini che mordono: perché? Le cause più comuni

Ci sono diverse ragioni per cui il bambino morde, e spesso queste cambiano a seconda dell’età, del contesto e della personalità del piccolo. Ecco le cause principali di questo comportamento:

1. Esplorazione sensoriale

I bambini che mordono nei primi anni di vita spesso lo fanno per curiosità. 

Così come utilizzano il tatto per conoscere le cose e le persone, toccando con le mani, allo stesso modo “assaggiano” gli oggetti — e anche le persone — con la bocca. In questa fase, il bambino morde non per aggressività, ma per curiosità. È un modo per conoscere il mondo!

2. Dentizione

Uno dei motivi più comuni per cui il bambino morde è il dolore dovuto alla dentizione.

Le gengive gonfie e fastidiose possono provare sollievo nel mordere qualcosa di solido — e talvolta, accidentalmente o meno, si tratta di una mano o della spalla di chi si trova vicino a lui.

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L’iperprotezione dei genitori fa male quanto abusi e negligenza

da popsci.it

Un’atteggiamento iperprotettivo e intrusivo da parte dei genitori possa rappresentare un fattore di rischio per la salute mentale del bambino, al pari di forme più gravi di maltrattamento come abusi e trascuratezza. Questo è quanto emerge da due studi frutto della collaborazione tra il Dipartimento di Psicologia dell’Università di Torino e l’Università Europea di Roma. I risultati, pubblicati sulle riviste Child Abuse & Neglect e Journal of Affective Disorders, rappresentano un significativo passo avanti nella comprensione dell’impatto della genitorialità disfunzionale sullo sviluppo neuropsicologico e sulla regolazione emotiva.

Tradizionalmente associata a forme gravi di maltrattamento, la genitorialità disfunzionale (GD) comprende anche stili educativi meno visibili ma altrettanto dannosi, come il controllo genitoriale eccessivo. Questo stile, caratterizzato da iperprotezione e intrusività, compromette lo sviluppo dell’autonomia e può lasciare impronte profonde nella struttura e nel funzionamento del cervello. “Traumi infantili come abusi e trascuratezza – spiega Rita Ardito del Dipartimento di Psicologia dell’Università di Torino, coordinatrice del gruppo di lavoro – sono da tempo riconosciuti come fattori di rischio per la salute mentale, ma il ruolo di stili genitoriali meno visibili, come il controllo eccessivo, è stato finora meno esplorato. Il controllo eccessivo limita fortemente l’esplorazione dell’ambiente e l’autonomia del bambino, impedendogli di sviluppare fiducia in sé stesso e capacità decisionali“.

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Allergie, i pediatri: “Con cambiamento climatico boom di pollini e muffe: +30% di malattie”

a popsci.it

In soli due decenni le malattie allergiche e respiratorie sono aumentate del 30% in tutto il mondo a causa del cambiamento climatico. Di questo passo, secondo l’Organizzazione mondiale della sanità (Oms), entro il 2050 , la metà della popolazione globale sarà colpita da allergie, in particolar modo i bambini. L’aumento delle temperature globali, l’alterazione dei modelli meteorologici e l’intensificazione di eventi climatici estremi, responsabili numero uno di tale incremento, sono i temi al centro del XXVII Congresso nazionale della Siaip, la Società italiana di allergologia e immunologia pediatrica, inaugurato oggi a Milano, in corso fino a sabato 5 aprile. “Il riscaldamento globale – spiega Michele Miraglia del Giudice, presidente Siaip – causa un anticipo della stagione pollinica in molte regioni del mondo, che permette l’aumento della concentrazione di biossido di carbonio, sostanza in grado di stimolare una maggiore produzione di polline ad esempio da parte di betulle e ambrosia, responsabili di moltissime reazioni allergiche”.

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