Non solo Covid, dallo streptococco alla vitamina D ormai è boom di ‘test fai da te’ in farmacia

da quotidianosanita.it

Non solo tamponi ‘fai-da-te’ per la diagnosi del Covid-19. Come noto, nelle farmacie italiane si possono trovare spesso interi scaffali dedicati ai test casalinghi per ricercare e diagnosticare, con una percentuale variabile di attendibilità, un’ampia varietà di patologie e condizioni. Prodotti che, come nel caso dei test per la diagnosi dello streptococco (+3.740% di pezzi venduti fra gennaio e novembre 2023, pari a 682.753 unità), così come quelli per la menopausa (+171% in un anno), i livello di ferro (+138%), la ricerca di sangue occulto nelle feci (349%) o le disfunzioni della tiroide (+291%), hanno fatto registrare un vero e proprio boom di vendite nel primo anno post-pandemia. A evidenziarlo è un’indagine sui dati di sell-out condotta per Quotidiano Sanità da Pharma Data Factory (PDF), che vanta la banca dati più puntuale ed estesa del mercato, con il 95% di farmacie monitorate e una rilevazione dei consumi reali di farmaci e altri prodotti in Italia.

Complice proprio l’esperienza della pandemia, che ha lasciato in eredità a tutti noi una maggiore dimestichezza con questi strumenti, l’uso che in Italia si fa anche di altri test, come quelli per la misurazione dei livelli di alcool (+4% unità vendute in un anno) e droghe (+22%) nel sangue, di fertilità/gravidanza (+22%), per rilevare la glicemia (+7%), l’helicobacter pylori (+66%), infezioni vaginali/urologiche (+69%), i livelli di vitamina D (+99%), l’HIV (+13%), intolleranze/allergie (+48%), risulta dunque sempre più consistente. In calo invece l’utilizzo di test dell’ovulazione (-13% in un anno), per la gotta (-23%), per la dislipidemia (-74%).

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Allarme antibiotico-resistenza, molti farmaci non funzionano più contro comuni infezioni infantili

da sanitainformazione.it

Cresce l’allarme antibiotico-resistenza. Uno studio dell’Università di Sidney ha concluso che molti farmaci per il trattamento di infezioni comuni nei bambini e nei neonati non sono più efficaci in gran parte del mondo. I risultati, pubblicati sulla rivista The Lancet Regional Health Southeast Asia, hanno rilevato che molti antibiotici raccomandati dall’Organizzazione Mondiale della Sanità hanno un’efficacia inferiore al 50% nel trattamento delle infezioni infantili come polmonite, sepsi e meningite. Per questo, secondo i ricercatori, anche le linee guida globali sull’uso degli antibiotici dovrebbero essere considerate obsolete e necessitano di aggiornamenti.

Le regioni più colpite dall’antibiotico-resistenza sono quelle del Sud-Est asiatico e del Pacifico, comprese le vicine Indonesia e Filippine, dove ogni anno si verificano migliaia di morti infantili evitabili. L’OMS ha dichiarato che la resistenza antimicrobica è una delle dieci principali minacce globali per la salute pubblica dell’umanità. Si stima che ogni anno nel mondo si verifichino tre milioni di casi di sepsi nei neonati, con fino a 570.000 decessi: molti di questi sono dovuti alla mancanza di antibiotici efficaci per trattare i batteri resistenti. Leggi tutto

Polmoniti da Mycoplasma nei bambini: primi due casi in Italia

da  lastampa.it

Primi casi di polmonite da mycoplasma nei bimbi in Italia. «Ora che è aumentata l’attenzione per questo batterio», che «si sospetta sia tra le cause di un aumento dei ricoveri di bambini per polmonite in Cina e in alcuni Paesi europei come Francia, Olanda e Danimarca», «si cominciano a segnalare casi anche nel nostro Paese dove, è bene ribadirlo, il Mycoplasma è sempre circolato in comunità».

Lo precisa l’Istituto superiore di sanità, all’indomani dell’ultimo report della sorveglianza RespiVirNet, coordinata dall’Iss in collaborazione con il ministero della Salute, in cui si rilevano «due casi di Mycoplasma pneumoniae in bambini ricoverati con sintomi respiratori dal laboratorio di riferimento di Perugia», uno relativo alla settimana dal 20 al 26 novembre (coinfezione con rhinovirus) e uno alla settimana in corso, «in linea con quanto atteso in questo periodo».

L’Iss sottolinea che «la sua identificazione tempestiva mostra come la rete di sorveglianza sia in grado di registrarne la presenza e, di conseguenza, anche un eventuale aumento nel numero di casi nel tempo».

«Negli ultimi giorni sui media si è parlato molto delle infezioni da Mycoplasma pneumoniae, anche in relazione all’aumento di ricoveri di bambini in diversi Paesi», spiega l’Iss che per fare chiarezza pubblica online «alcune delle domande e risposte più comuni, a cura del dipartimento Malattie infettive». Leggi tutto